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Codice di etica

L'AIPC è la sezione italiana dell'European Association for Body-Psychotherapy (EABP). L'EABP è stata fondata nel 1987 a Davos (CH) come associazione per gli psicoterapeuti corporei europei.

L'AIPC è stata fondata a Roma nel 2000 come associazione per gli psicoterapeuti corporei italiani.

L'AIPC applica statuto, obiettivi, codice deontologico e criteri di ammissione dell' EABP, compatibili con le leggi nazionali, assicurando un alto livello di professionalità. L'AIPC rappresenta la Psicoterapia Corporea a livello scientifico e politico in campo nazionale.

L'AIPC rappresenta il National Umbrella Organisation (NUO dell' EABP) e comprende i maggiori Istituti, Associazioni di psicoterapeuti corporei e Scuole di formazione in Psicoterapia Corporea.

Cosa fa l'AIPC

Organizza convegni, simposi, expert meetings, e si confronta con gli altri modelli psicoterapeutici
Il suo comitato scientifico ricerca la coerenza e l’appropriatezza terapeutica dei modelli teorico-metodologici degli istituti afferenti all’aipc
È validamente rappresentata nell’ European Association for Body Psychotherapy - EABP, di cui ne è rappresentante nazionale
Contribuisce attivamente ai congressi biennali dell’EABP.
Rappresenta gli interessi dell’AIPC nel Direttivo , nell’Assemblea Generale, nel Council,  nel Forum e nelle commissioni e sottocommissioni interne all’ EABP.
Collabora con la Federazione Italiana delle Associazioni di Psicoterapia – FIAP , sezione italiana dell’European Association for Psychotherapy – EAP

Codice di etica

Dichiarazione Soci EABP, Soci AIPC – Codice etico Ordine Psicologi e Medici

Per noi psicoterapeuti corporei, i principi etici danno forma al comportamento interpersonale quali: l'onestà, l'incoraggiamento per il miglioramento della qualità della vita e l'evitamento di inutili pene. La seguente dichiarazione riflette la nostra idea che le direttive etiche debbano esprimere queste qualità nell'atteggiamento interno così come nell'applicazione.

Il nostro lavoro è dedicato alla liberazione dell'energia degli esseri umani perché si muova in direzione di chiarezza, libertà, amore, onestà, empatia, rispetto e gioia. In modo da assolvere questo scopo, ci impegniamo ad osservare costantemente le nostre azioni, motivazioni ed attitudini in tutte le relazioni professionali.

Noi entriamo in innumerevoli relazioni complesse quali: terapie individuali, terapie di gruppo, training di formazione, supervisioni ed interazioni con colleghi e con tutte le varie interfacce interposte. Inoltre, in tutte queste posizioni rappresentiamo il nostro settore agli occhi del pubblico.

Riconosciamo che in ogni psicoterapia, training, supervisione e consultazione siamo coinvolti in gradazioni variabili di relazioni asimmetriche nelle quali abbiamo la responsabilità primaria di adeguatezza del contenuto, del contesto e dei confini. Le nostre azioni sono quindi governate dalla nostra percezione delle esigenze della relazione in questione. Siamo consapevoli che i nostri risultati vengono influenzati sia dalle nostre azioni manifeste che dal nostro stato d'animo personale.

Siamo consapevoli che la nostra posizione che abbraccia la psicoterapia corporea, è unica nella nostra società e che di conseguenza dobbiamo essere particolarmente attenti e sensibili alle problematiche di ogni tipo, sia nel campo fisico che psicologico e particolarmente riguardo ai problemi della sessualità.

Accettiamo la responsabilità di adeguarci ai nuovi sviluppi della psicoterapia per accrescere ed aggiornare le nostre capacità e conoscenze, per ottenere consigli e supporto dai nostri colleghi e quando si renda necessaria di intraprendere una psicoterapia per risolvere problemi personali.

Definizione della Psicoterapia corporea

Direttamente e indirettamente la terapia psicocorporea lavora con le persone considerando essenziale l'integrazione della vita mentale, emotiva, spirituale e sociale. Il/la psicoterapeuta, in questo percorso, pone l'attenzione sia ai processi di sviluppo autoregolativi interni sia ad un'accurata percezione della realtà esterna. Il lavoro psicocorporeo rende possibile la consapevolezza, la coscienza e l'integrazione delle parti del sé, compresi gli aspetti alienanti.

Al fine di facilitare questa transizione dalla frammentazione ad un benessere completo, lo psicoterapeuta corporeo dovrebbe avere queste qualità:

  • una coscienza intuitiva e una conoscenza dello sviluppo sano della personalità;
  • la conoscenza dei differenti pattern dei conflitti irrisolti dall'infanzia con uno specifico riferimento alla scissione della mente e del corpo.
  • l'abilità nel mantenere un costante ruolo di riferimento ed una differenziata sensibilità nel mantenere le inter-relazioni tra:
  • segni nell'organismo che indicano i cicli vegetativi, l'ipertensione e l'ipotensione muscolare, blocchi energetici, l'integrazione energetica, pulsazioni, e lo sviluppo di un naturale funzionamento autoregolativo, e
  • i fenomeni dei processi psicodinamici quali il transfert, il controtransfert, la proiezione, la regressione difensiva e creativa, e vari tipi di resistenza.

E. A. B. P. – A.I.P.C. PRINCIPI ETICI

LINEE DI CONDOTTA E CODICE ETICO

Abbiamo scelto di definire le nostre posizioni in termini di:
(a) Psicoterapia Individuale, (b) Psicoterapia di Gruppo, (c) Training, (d) Supervisione, (e) Ricerca, (f) Relazioni Professionali, (g) Dichiarazioni Pubbliche.

Queste categorie sono suddivise nei seguenti argomenti:
contratto (terapeutico), discrezione (segreto professionale), presenza, valutazione, onestà, rispetto, potere, sessualità, congruenza della relazione.

A. TERAPIA INDIVIDUALE

Il principio del contratto: lo psicoterapeuta corporeo fa contratti più chiari possibili con il suo cliente riguardo la frequenza, il pagamento, i metodi, i livelli di intervento e gli obbiettivi specifici e anche la durata delle sedute e (se si conosce) della terapia.
Esempi: il terapeuta informa il cliente della sua valutazione professionale. Lui descrive il proprio approccio e il proprio metodo, e lascia il cliente libero di mettere in dubbio ogni procedura specifica, lasciando al cliente la possibilità di non usare queste procedure o di terminare la terapia. Il terapeuta ha una chiara idea riguarda alla procedura per iniziare e terminare oppure interrompere la terapia, e informa il cliente di queste all’inizio della terapia. Informa il cliente in anticipo se lui deve sospendere oppure interrompere la terapia. Lui generalmente rimane fedele sul livello d'intervento e lavora sugli obbiettivi contrattuali della terapia oppure sulle rinegoziazioni. Lui provvede ad uno spazio di lavoro adatto. Quando il cliente è un minore, il terapeuta è responsabile sia con lui che con i suoi genitori, che con chi ne fa le veci.

Il principio della discrezione (segreto professionale): lo psicoterapeuta corporeo tiene riservate tutte le informazioni circa il cliente sia che esse arrivino dal cliente stesso, da altri o dalla propria percezione. Questa riservatezza include anche la relazione terapeutica stessa. Questa regola può essere trasgredita senza l'accordo del cliente solo se è chiaro che questa riservatezza significa trasgredire la legge o mettere in pericolo il cliente o altre persone. Se il terapeuta rompe la riservatezza il cliente ne deve essere informato immediatamente.
Esempi: Il terapeuta usa cassette e videoregistrazioni solo con il consenso scritto del cliente e dopo averne discusso il potenziale impatto sul processo terapeutico. Lui lo informa circa la supervisione. Lo informa circa l'immagazzinamento di appunti e note e se il terapeuta rompe il segreto professionale, il cliente ne è immediatamente informato.

Il principio della presenza: lo psicoterapeuta corporeo deve operarsi per essere energicamente, emozionalmente, cognitivamente presente, centrato e confinato nella relazione terapeutica. Lui rispetta i confini e i processi interni dei clienti, non lascia che i suoi bisogni personali di gratificazione diventino dominanti nella relazione.
Esempi: il terapeuta mantiene un atteggiamento di interesse e di premura e rassicura il cliente con la propria presenza creando condizioni di lavoro confortanti sia a livello interno che esterno. Monitorizza il transfert e il controtransfert del processo terapeutico. Incontra il cliente a un livello appropriato ed evita di isolarlo e di ferirlo inutilmente. Evita di ridefinire le sue conclusioni in modo inappropriato come ad esempio mettendo etichette e facendo mostra della propria sapienza.

Il principio di valutazione: lo psicoterapeuta corporeo è in continuo processo di valutazione della terapia, di come progredisce e della sua (del terapeuta) utilità verso il cliente. Questa valutazione determina le sue azioni.
Esempi: all'inizio della terapia, il terapeuta valuta i bisogni del cliente e la sua abilità nel capirli, mostra rispetto per qualsiasi condizione medica del cliente, e lo incoraggia a cercare un aiuto appropriato. Considera l'appropriatezza dei suoi interventi e il processo dell'interazione terapeutica: in termini contrattuali, interpersonali e di transfert. È attento agli effetti della terapia sulla vita di tutti i giorni del cliente ed è attento agli avvenimenti giornalieri nel processo terapeutico. Negozia la fine della terapia se considera un ulteriore lavoro inutile per il cliente.

Il principio di onestà: lo psicoterapeuta corporeo deve essere onesto circa la sua formazione (training) e le sue capacità, verso i limiti della sua terapia e la sua percezione del cliente ed altrettanto onesto sulla relazione di queste variabili tra loro.
Esempi: il terapeuta riferisce al cliente se i problemi da lui presentati vanno al di là delle sue capacità. Indica realisticamente al cliente quali utilità posseggono le sue abilità terapeutiche come anche di altri interventi di terapia. Visualizza accuratamente la sua percezione del cliente nella situazione terapeutica. Quando è appropriato può condividere i propri sentimenti, eventuali errori, cali di attenzione, ecc...Se è appropriato può restituire la propria visione e la valutazione sociale, personale, spirituale, etica ed intellettuale, intrinseca al suo lavoro.

Principio del rispetto: lo psicoterapeuta corporeo rispetta i confini dei clienti sia fisici che personali, che spirituali, religiosi e politici.
Esempi: il terapeuta non impedisce le decisioni del cliente. Se lui si trova in contrasto alle caratteristiche personali o sociali del cliente, ritenendoli tali da danneggiare la terapia, deve muoversi in modo appropriato: confrontandosi, acculturandosi, supervisionando, cambiando il contratto di lavoro terapeutico o terminando la terapia.

Il principio del potere: lo psicoterapeuta corporeo usa la sua posizione di autorevolezza come figura di riferimento per il cliente e per la sua futura crescita e autonomia. Non la usa per il proprio accrescimento.
Esempi: il terapeuta si prende cura di iniziare solo quei processi che il cliente è capace di integrare e di incorporare. Non sfrutta il cliente finanziariamente, emozionalmente, sessualmente o materialmente. Supporta la forza e la capacità di consapevolezza del cliente riguardo suoi diritti e necessità, indirizza il cliente al rispetto per sé stesso attraverso il supporto e dando resistenza quando è appropriato.

Il principio della sessualità: lo psicoterapeuta corporeo ha una propria sessualità che è centrata, radicata e confinata, questo gli serve per aiutare la crescita psicosessuale del cliente. Egli non sfrutta i sentimenti sessuali per avere potere o per aumentare l'autostima o per una gratificazione personale.
Esempi: il terapeuta risponde con cura e in modo limitato ai sentimenti sessuali del cliente, sebbene accada ad un livello bambino/genitore o a un livello adulto. Non ha assolutamente relazioni sessuali con il cliente né ha comportamenti seduttivi. Il terapeuta termina la terapia se l'attrazione sessuale avesse raggiunto un livello che impedisce di vedere con chiarezza o se il contenimento non è più adeguato. Le procedure finali includono almeno una sessione con il terapeuta o il cliente a consulto di un professionista esterno per aiutare a chiarire la relazione terapeutica. La durata e il pagamento saranno definiti con l'aiuto di questo esperto.

Il principio della congruenza della relazione: lo psicoterapeuta corporeo è molto attento alle altre relazioni che possono direttamente o indirettamente avere a che fare con il cliente e che influenzano o interferiscono con la relazione terapeutica, le evita e le chiarisce.
Esempi: il terapeuta generalmente evita di lavorare con le persone con le quali ha già una relazione come ad esempio con i dipendenti, amici intimi, parenti, ecc... Riconosce che il contatto sociale fuori dalla terapia può creare complicazioni e le evita quando è possibile e chiarisce l'impatto sulla terapia. Se il supporto terapeutico diviene insufficiente, il terapeuta termina la terapia. Le procedure di terminazione includono almeno una sessione con il terapeuta e il cliente a consulto da un esperto esterno per aiutare a chiarire la relazione contrattuale. Generalmente il terapeuta non svolge relazioni private o relazioni di altro tipo professionale ad esempio come consulente medico, con il cliente o con i suoi familiari.

B. TERAPIE DI GRUPPO

Principi: i principi etici nella terapia di gruppo sono gli stessi della terapia individuale ma applicati in un contesto dove lo psicoterapeuta corporeo bilancia i bisogni del gruppo e delle singole esigenze.
Esempi: Sono riportati solo quelli che differiscono dalla terapia individuale.

Principio di riservatezza: tutti i membri sono d'accordo sulla riservatezza reciproca. Registrazioni video e sonore si fanno solo con il consenso di tutti i membri del gruppo.

Principi di valutazione: il terapeuta considera i bisogni dell'intero gruppo ogni volta che tratta argomenti riguardanti il gruppo, incluso quando tratta con un solo membro o quando fa sessioni individuali con membri del gruppo.

Principio del rispetto: egli incoraggia il rispetto essenziale tra i membri del gruppo.

Principio del potere: egli incoraggia appropriati confronti e il reciproco sostegno tra i membri del gruppo, mentre scoraggia capri espiatori e collusioni.

Principio della sessualità: egli adotta una chiara politica riguardo le relazioni sessuali tra i membri del gruppo.

Principio delle congruenze delle relazioni: egli valuta gli effetti che le relazioni extraterapeutiche con i membri del gruppo avrebbero sull'intero gruppo, e si muove di conseguenza.

C. LE RELAZIONI NEL TRAINING

Principi: i principi sono gli stessi della relazione terapeutica, ma applicati ad una situazione dove il trainer è sensibile ai bisogni personali e del gruppo come una parte necessaria per lo sviluppo delle capacità professionali del tirocinante o dei tirocinanti.
Esempi: Il training si presuma si svolga in un setting di gruppo. Gli esempi sono riportati solo quando sono diversi da quelli della terapia di gruppo.

Principio del contratto: il trainer è responsabile della valutazione dei progressi ritenuti soddisfacenti durante e al termine del training, egli può congedare lo studente per ragioni come la mancanza di maturità, applicazione o competenze. Egli afferma le regole all'inizio del training. Il trainer garantisce per la qualità dell'insegnamento per il costo del training pattuito (emendamento passato all'assemblea generale del 1993).

Principio della riservatezza: egli considera riservato tutto il materiale personale dello studente condiviso con il trainer nel training, nella psicoterapia di gruppo e nella psicoterapia individuale. Egli condivide la valutazione della competenza e delle qualifiche dello studente con il supervisore/i e altri trainer, ma non con il terapeuta individuale dello studente.

Principio della valutazione: il trainer valuta (a) le esigenze e le risorse personali dello studente e (b) le sue capacità di assimilazione del materiale presentato, in modo tale che possa usarlo professionalmente.

Principio del rispetto: il trainer può disporre di precise esigenze nello sviluppo personale dello studente per andare incontro alle richieste del training.

Principio del potere: il trainer usa il suo potere solo per stabilire e mantenere la struttura e la qualità del training. Egli accetta l'esito dell'organizzazione democratica dei tirocinanti. Incoraggia i tirocinanti a condividere la loro valutazione del sistema e del programma del training. Egli ascolta l'opinione dei tirocinanti sulla struttura organizzativa del sistema e del programma del training, e prende in considerazione i loro suggerimenti (le ultime tre frasi sono state inserite nell'emendamento dell'assemblea generale del 1993).

Principio della sessualità: il trainer generalmente non accetta il suo partner sessuale nel training. Il trainer non accetta studenti come partner sessuale.

Principio della congruenza: il trainer chiarisce le relazioni incongruenti esistenti nel training. E' attento ai problemi irrisolti tra tirocinanti e i trainer.

D. SUPERVISIONE

Principio: i principi etici della supervisione sono gli stessi della terapia individuale e del training ma applicati ad una situazione dove il supervisore sostiene e si confronta con il supervisionato per aiutarlo a migliorare il suo lavoro professionale.
Esempi: sono riportati solo quelli diversi dal training.

Principio del contratto: il supervisore afferma chiaramente la differenza tra supervisione e terapia e a sua volta rispetta questo confine e precisa la differenza.

Principio di congruenza: il supervisore non accetta amici o parenti del supervisionato in terapia.

E. LA RICERCA

Principi: il ricercatore generalmente segue le linee di condotta descritte per la terapia individuale, la terapia di gruppo, ecc..., a meno che stia investigando direttamente su alcune di queste linee.
Esempio: nell'applicazione la ricerca che riguarda possibili trasgressioni delle linee di condotta etica dell'EABP è sottoposta a discussione della Commissione Etica.

F. RELAZIONI PROFESSIONALI

Principio: questa categoria coinvolge le relazioni simmetriche piuttosto che quelle asimmetriche, il principio etico generale è quello del rispetto. Lo psicoterapeuta corporeo tratta la competenza specifica e la responsabilità dei colleghi e degli altri gruppi professionali con rispetto. È consapevole di quando può usare la competenza di altri professionisti come risorse tecniche e amministrative per il beneficio del suo cliente.
Esempio: il terapeuta s'interessa delle relazioni terapeutiche preesistenti e si muove di conseguenza. Egli generalmente evita terapie coincidenti, se questo però succedesse, spiega la difficoltà di ciò al cliente e chiarisce questa situazione con lui/lei e eventualmente informa l'altro terapeuta. È leale verso i suoi colleghi e non esprime pubblicamente le differenze di opinione in loro assenza, o in modo denigratorio. Ottiene il permesso del cliente prima di requisire informazioni degli altri professionisti coinvolti nel trattamento del cliente (Emendamento passato dell'assemblea generale del 1993).

G. AFFERMAZIONI PUBBLICHE

Principio: lo psicoterapeuta corporeo si comporta con integrità quando rappresenta la sua professione e presenta accuratamente il suo lavoro e le sue teorie.
Esempi: egli dà credito alla qualità delle altre forme di terapie, riconosce che nessun sistema o terapeuta è superiore. Pubblica il lavoro con il suo nome solo se è di sua proprietà o se ha significativamente contribuito alla sua realizzazione. Egli non prova a prevenire o ostruire le pubbliche critiche del suo lavoro. Se si fa pubblicità dà semplicemente informazioni dettagliate del proprio lavoro e delle sue teorie. Le sue dichiarazioni pubbliche, le pubblicazioni pubblicitarie o professionali non contengono informazioni false, fraudolenti, ingiusti o ingannevoli.